Mutui, ecco cosa cambia con il nuovo regolamento europeo sulla privacy
A partire dal 25 maggio, con il regolamento europeo Gdpr (General Data Protecion Regulation), sono entrate in vigore nuove norme sulla privacy. Da oggi tutti, persone fisiche, giuridiche, aziende, privati, sono tenuti a chiedere agli utenti il consenso a cedere i dati personali (informazioni anagrafiche, sulle preferenze di acquisto, sulla situazione reddituale, sul domicilio, o l’indirizzo IP), consentendo loro di negarne il trattamento se lo ritengono necessario.
Ma quale sarà l'impatto di questa nuova norma sui mutuatari e sugli istituti di credito? Ecco l'analisi di Facile.it e Mutui.it, che ha comparato la nuova regolazione, a quella vigente in Italia finora, disciplinata dal codice della privacy datato 2003.
- Da oggi in poi, quindi, la banca dovrà rendere nota al mutuatario la propria politica di gestione dei dati personali dei clienti, e chiedere l'esplicito consenso per la raccolta e il trattamento di questi dati.
- In particolare, dovrà chiedere all’interessato di scegliere le finalità per cui i dati raccolti saranno trattati. Al momento di spuntare le caselle, il mutuatario dovrà stare attento a dare il proprio consenso all’uso dei dati solo per quanto necessario alla stipula del contratto di mutuo, negandolo invece, se vuole, per finalità che con questo non abbiano nulla a che vedere.
- La normativa europea incorpora molte norme già previste nel codice italiano della privacy, estendendole in tutta la Ue, e non solo per gli europei ma anche per chi extra Ue interagisce con noi.
- Lo scopo di questo regolamento è di evitare che le società possano fare un uso improprio delle informazioni legate ai propri clienti. Dal semplice invio di spam non desiderato, fino alla vendita di informazioni personali a società terze, che se ne possono servire in modo imprevedibile e non sempre gradito.
- Ma quali sono le informazioni in mano alle banche? Per poter accendere a un mutuo occorre fornire agli operatori finanziari un’accurata documentazione relativa sia all’immobile da acquistare, sia al richiedente il mutuo che deve documentare la sostenibilità della rata del finanziamento, e quindi di fatto fornire indicazioni sul proprio contratto di lavoro e sul proprio stipendio o pensione, la propria dichiarazione dei redditi, l’eventuale estratto della Ccia con l’attribuzione della partita Iva e la visura camerale, quando presente, l’ eventuale attestato di iscrizione ad un albo professionale.
- Non solo: tra le informazioni da fornire alla banca per avere un mutuo figura anche l’ultimo estratto conto bancario, la copia di un documento di identità, del certificato di nascita, del codice fiscale, dello stato di residenza e di famiglia, e l’eventuale atto di matrimonio compreso di accordi patrimoniali presi tra i coniugi. Se il richiedente non è sposato, occorre presentare la sentenza di divorzio o il certificato di stato libero. In caso di cittadini extracomunitari, occorre poi presentare il permesso di soggiorno.
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