Hotel, in sei mesi crescono del 20 per cento quelli messi all’asta
Le regioni con il numero maggiore di strutture sotto procedura forzata sono la Sicilia e la Toscana. E in genere nel Sud Italia questo tipo di vendite è in aumento del 50 per cento rispetto al luglio scorso.
Stefania Aoi
Non solo case ma anche alberghi. Il numero delle strutture turistico-ricettive messe all’asta in Italia aumenta del 21 per cento in sei mesi. Le procedure in corso per alberghi, bed & breakfast, motel, campeggi sono arrivate a 217, a fronte delle 179 rilevate nel luglio scorso. Non si è confermato dunque il trend dei primi sei mesi del 2016 quando si registrava una diminuzione di oltre il 7 per cento che lasciava ben sperare Anzi, c’è stata una decisa inversione di marcia, con valori assoluti superiori anche a quelli del 2015. Lo rivela il Rapporto semestrale sulle aste immobiliari del Centro Studi Sogeea, che è stato presentato in Senato.
Il Sud è quello che ne fa le maggiori spese. Le case all’asta qui sono aumentate del 50 per cento rispetto alla scorsa estate. Mentre nel Nord Italia del 41 per cento. Più contenuto l’incremento in Sicilia e Sardegna (+17 per cento), mentre nel Centro si registra un lieve calo (-6 per cento). La Regione con più strutture all’asta è la Sicilia insieme alla Toscana (32 a testa), segue la Campania e la Calabria, passata da zero a 8 immobili in vendita. Migliora leggermente la situazione della Sardegna, passata da 25 procedure forzate a 22, e del Lazio, da 19 a 17. In fondo alla quale si trova la Liguria con un solo immobile turistico-ricettivo all’asta.
“A pagare dazio sono soprattutto le realtà imprenditoriali di dimensioni contenute – spiega Sandro Simoncini, presidente di Sogeea e direttore del Centro Studi - il 55 per cento dei complessi turistico-ricettivi all’asta ha un prezzo inferiore al milione di euro, una quota del mercato in linea con quella rilevata nello studio di luglio 2016 e pressoché costante in tutte le serie storiche. Ovviamente anche la crescita del numero assoluto di strutture in difficoltà non può che preoccupare”.
Secondo Simoncini per potenziali investitori, “c’è la possibilità di portare a termine operazioni interessanti visto l’alto numero di strutture sul mercato”. Chi compra, spiega il presidente “deve avere sempre chiaro se in vendita sia stato messo l’immobile insieme all’attività di gestione”. È altresì importante comprendere “quali vincoli e oneri verranno cancellati e quali invece rimarranno a carico dell’acquirente, calcolare i tempi dell’effettiva disponibilità della struttura, informarsi sulle potenzialità del contesto ambientale in cui essa è inserita, avere piena contezza delle eventuali spese arretrate accumulate e delle imposte che graveranno sull’immobile”.
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