24 Ottobre 2018
Casa in affitto, ecco cosa offre il mercato e com’è cambiato
Studenti, lavoratori che arrivano da altre città. Sono tra le 2,4 milioni e le 2,8 milioni di persone che prendono in affitto una casa e di questi si stima che la metà sia in grado di pagare un canone di circa 500 euro al mese.
Questi sono alcuni dei dati emersi oggi a Roma nel corso del convegno "Una casa da vivere - Offerte innovative per nuovi modi di abitare" organizzato da Sidief e Banca d'Italia. Ma ecco nel dettaglio com’è cambiato in questi anni il fenomeno della casa presa in affitto.
- L’affitto era considerato un investimento ‘residuale’ fino a pochi anni fa. Oggi, anche per il forte incremento della ‘locazione breve’, aumenta la redditività degli immobili e si è creato un nuovo mercato.
- Il mercato della locazione conta di circa 670mila case l’anno, a cui se ne aggiungono altre 730mila usate per la locazione breve (da un giorno a un anno).
- Le famiglie sono i maggiori proprietari di alloggi per oltre l’84 per cento in Europa e il 92 per cento in Italia. Questo ha determinato l’assenza di una offerta in locazione strutturata per categorie sociali più deboli o per chi, come gli immigrati, ha difficoltà ad accedere al mercato dei privati. Solo di recente sono nate iniziative per realizzare residenze specializzate per studenti o per giovani laureati.
- Il nostro Paese, tuttavia, sconta diversi problemi, tra cui uno importante legato alle caratteristiche dell’offerta, che è inadeguata in termini di qualità, comfort, dimensione delle abitazioni e soprattutto servizi sia gestionali che per l’abitare. Servirebbe una riqualificazione del patrimonio immobiliare.
- Un fenomeno nuovo, esploso nell’ultimo triennio è quello della locazione breve per usi turistici o lavorativi. A fine 2018 si stima che almeno un milione di alloggi, raddoppiati in due anni, siano affittati per periodi durante l’anno, con una media di 4,5 mesi a livello nazionale e di oltre nove mesi nelle città turistiche. Questo ovviamente riduce il mercato della locazione tradizionale e della compravendita, acuendo le difficoltà delle categorie più deboli.
- Secondo dati Bankitalia, in un arco di tempo molto lungo (1927-2015) il rendimento totale dell’attività residenziale è stato superiore a quello del mercato azionario. A questo maggior rendimento si è associata una più bassa volatilità.
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